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Associazione Siciliana Etnea Persone Svantaggiate ed Invalide

Metodo Tomatis

Quasi cinquant’anni fa, il professor Alfred Tomatis, un otorinolaringoiatra francese, nel curare alcuni tecnici addetti alla manutenzione di aerei a reazione, che avevano subito danni all'udito, fece una serie di scoperte, sorprendenti per l’epoca, che dovevano portare allo sviluppo del metodo Tomatis. La finalità di questo metodo è di rieducare l'ascolto migliorando così le capacità d’apprendimento e di comunicazione. Esso agisce sul comportamento, modificandolo gradualmente, quando necessario, favorendo un migliore adattamento alle condizioni sociali.
    Il metodo Tomatis ha aiutato decine di migliaia di bambini e adulti con problemi di dislessia, apprendimento, attenzione, iperattività, autismo. Il metodo è stato di grande aiuto anche a persone con problemi d’integrazione sensoriale o con difficoltà psicomotorie. Ha permesso a molti adulti di lottare contro la depressione, di imparare più facilmente una lingua straniera, di comunicare con maggiore facilità, di essere più creativi e di migliorare la loro efficacia nel lavoro. Molti musicisti, cantanti e attori hanno utilizzato il metodo per affinare il loro talento. Infine molti utenti dei centri Tomatis hanno sottolineato il suo impatto psicologico, menzionando un’accresciuta fiducia in se stessi, un migliorato livello d’energia e di motivazione, così come una maggiore chiarezza di pensiero e un migliorato senso di benessere.
    Nel corso degli anni, il professor Tomatis ha sviluppato una complessa teoria basata sulle diverse funzioni dell’orecchio e le sue relazioni con la voce. La presentazione del metodo Tomatis che state leggendo si limiterà a illustrare le principali idee di Tomatis riguardanti le basi neurofisiologiche dell’ascolto. Alle persone interessate ad approfondire l’argomento suggeriamo di contattare l'Associazione allo scopo di ottenere maggiori indicazioni. E’ inoltre necessario sottolineare il numero crescente di studi scientifici che confermano l’efficacia del metodo Tomatis. I risultati clinici ottenuti dai professionisti che utilizzano il metodo, confermano i suoi effetti terapeutici.

L'orecchio

    Quando si pensa all'orecchio, il primo pensiero che viene è che esso serve per udire. Tuttavia, se l’udito è la funzione più evidente dell’orecchio, ce ne sono altre che sono prese in conto nel metodo Tomatis. Una delle funzioni più importanti dell’orecchio è, in effetti, la funzione vestibolare. Il vestibolo, che fa parte dell’orecchio interno, controlla l’equilibrio. La coordinazione, la verticalità, il tono muscolare, tutti i muscoli del corpo, compresi quelli degli occhi, sono sotto il suo controllo. E’ grazie al vestibolo che l'uomo riesce ad avere un’immagine del proprio corpo nello spazio. Il vestibolo, inoltre, è un’importante stazione di scambio per tutte le informazioni sensoriali che il corpo invia al cervello. Infatti, i bambini che hanno dei problemi vestibolari soffrono spesso di difficoltà nell’integrazione sensoriale.
    L’altra parte dell’orecchio interno è la coclea. La sua funzione è di analizzare i suoni, cosa particolarmente importante per la comprensione del linguaggio.
    Il vestibolo e la coclea sono collegati tra loro, formando una stazione di relè tra il sistema nervoso e il cervello per il trattamento delle informazioni sensoriali. Il tatto, la visione, l’udito, sono sotto il controllo del sistema cocleo-vestibolare. Secondo Tomatis, però, il ruolo dell’orecchio va ben aldilà.

La funzione energetica dell'orecchio

    Tomatis fa notare come le alte frequenze siano stimolanti ed energetiche per il cervello, mentre le basse frequenze lo privano d’energia. Per questo motivo egli chiama le alte frequenze “suoni di ricarica”e le basse frequenze “suoni di scarica”. Una caratteristica di queste ultime è che attivano i canali semicircolari e ci forzano a muoverci. Se il corpo però è sottoposto all’influenza prolungata delle basse frequenze, la persona rischia di arrivare a sentirsi spossata ed esaurita. Questi effetti si possono notare in quelle persone che ascoltano della musica rock o rap per periodi molto lunghi. In compenso le musiche di Mozart o di Bach comportano effetti completamente opposti.
    Tomatis afferma che quando il cervello è « carico », si riesce a concentrarsi, memorizzare, imparare, lavorare per molto tempo, quasi senza sforzo. Quando il cervello è ben « carico », l'uomo non manca d’energia per innovare, immaginare o creare. Un gran numero di bambini e adulti con un buon orecchio musicale hanno questo tipo di energia e raramente fanno l’esperienza di essere stanchi o depressi. D’altra parte, i bambini che soffrono d’iperattività, hanno la tendenza a muoversi costantemente per « ricaricare » il loro cervello con l’energia risultante dalla stimolazione del vestibolo attraverso il movimento. E’ chiaro che le persone il cui sistema nervoso riceve poca stimolazione, devono far fronte alle situazioni che la vita quotidianamente presenta, con uno sforzo maggiore.

La funzione di ascolto

    Per Tomatis, la funzione primaria dell’orecchio non è l’udito, ma l’ascolto. E qui Tomatis stabilisce una chiara distinzione tra esse. L’udire è un processo passivo, l’ascolto un processo attivo che risponde ad un desiderio di impegnare l’udito per selezionare i suoni e attribuire loro un valore significativo. La maggior parte dei bambini con problemi scolastici o d’attenzione hanno un buon udito secondo l’audiologia tradizionale, ma non riescono a leggere normalmente o a concentrarsi. Per Tomatis essi soffrono di un problema d’ascolto.
    L’ascolto consiste nella capacità di registrare l’informazione sonora escludendo la parte di segnale non pertinente. Quando le sensazioni sono trattate rapidamente e senza ostacoli, gli stimoli non pertinenti sono soppressi ed è possibile concentrarsi senza sentirsi disturbati o bombardati dall’insieme delle informazioni provenienti dall’ambiente circostante o dal corpo stesso. E' possibile selezionare e organizzare le informazioni per ordine gerarchico di importanza senza sentirsi sommersi da esse. Al contrario, quando questo processo è disturbato, vuol dire che si sono sviluppati dei problemi d’ascolto che si traducono in difficoltà d’ordine scolastico e di comunicazione, come pure in mancanza di competenza sociale nei rapporti umani.
    Educare all’ascolto alla maniera di Tomatis ha lo scopo di restituire all’orecchio la sua capacità di ascoltare in maniera efficace. La finalità è di aumentare l’attitudine del cervello ad imparare piuttosto che insegnare delle tecniche specifiche. Quando la funzione d’ascolto è accresciuta e ristabilita, il cervello è capace di apprendere in maniera più efficace in risposta alle sollecitazioni dell’ambiente.

Il rapporto orecchio-voce

    E’ difficile parlare dell’orecchio senza parlare della voce; i due sono, infatti, legati tra loro in una maniera non sempre chiaramente compresa. Appoggiandosi sui dati sperimentali, Tomatis fece nel 1953 una comunicazione all’Académie Française con la quale enunciò la seguente legge: « La voce contiene solamente i suoni che l’orecchio può percepire. »
    In conseguenza di ciò, quando cambia il modo di percepire i suoni, la voce cambia in uguale misura. E’ facile osservare questo fenomeno nei cantanti con un problema di voce. In molti casi, il problema di voce ha per origine un problema minore d’ascolto: l’orecchio, in questo caso non è in grado di verificare la giustezza del suono nel momento che è emesso. Quando il problema d’ascolto è risolto, la voce ritrova molto più facilmente la sua capacità ottimale. Non è quindi sorprendente che molti cantanti celebri, come Maria Callas, ad esempio, abbiano fatto ricorso al metodo Tomatis.
    I bambini e ragazzi con una voce sorda e spenta hanno spesso dei problemi di apprendimento e soffrono di una deficienza di ascolto. E’ per questo motivo che una voce discordante indica una diminuita capacità ad analizzare le alte frequenze, così come un problema di lateralizzazione. Il bambino che possiede questo tipo di voce è di tutta evidenza sinistro d’orecchio. Nel momento che si migliora il suo ascolto e che lo si rende destro di orecchio, la sua voce diventa più ricca di armonici e più precisa, armoniosa e rapida nelle risposte.

Quando nasce l'ascolto

    Tomatis ha postulato molto presto che il feto poteva udire ed ascoltare la voce della madre. Da allora, le ricerche scientifiche hanno valicato questa scoperta al punto di farne un’idea banale. L’orecchio è infatti il primo organo ad essere totalmente funzionale quando il feto ha solamente 4 mesi e mezzo di vita intrauterina.
    Henry Truby ha scoperto che il feto, dall’età di sei mesi muove il corpo in funzione del ritmo della parola della madre. Dopo aver consultato la maggior parte della letteratura scientifica sull’argomento, Tomatis concluse che la voce materna agisce non solamente come una sorta di sostanza nutritiva emozionale, ma che anche prepara il bambino all’acquisizione del linguaggio dopo la nascita. E’ come dire che l’ascolto inizia già nell’utero.
    E’ per questa ragione che Tomatis utilizza la voce materna per rimettere in moto il processo di ascolto. La voce viene filtrata elettronicamente al fine di ricostituire l’ambiente sonoro intrauterino. Le reazioni dei bambini così come quelle degli adulti mostrano che l’uso della voce materna ha un forte effetto terapeutico: i bambini si calmano, come se la voce li tranquillizzasse; diventano più affettuosi, in particolare nei confronti della madre. I bambini adottati sviluppano un legame più forte con la loro madre adottiva. La voce materna fornisce la base solida che permette al processo di ascolto di svilupparsi, processo che segue le diverse fasi dello sviluppo del bambino e che conduce allo sviluppo del linguaggio. La terapia messa a punto da Tomatis non è altro che un tentativo di riprogrammare le diverse fasi dello sviluppo umano attraverso un esperienza sonora simbolica.
    L’uso della voce materna, poiché è spesso parte integrante del processo terapeutico ha condotto qualcuno a concludere erroneamente che Tomatis rende la madre responsabile delle difficoltà del suo bambino. Questa conclusione non rappresenta certamente il pensiero di Tomatis. La voce materna non è altro che un mezzo terapeutico per creare o ristabilire il legame tra madre e bambino, quando questo legame non si è sviluppato completamente. Centinaia di studi scientifici dimostrano che questo legame è primordiale. Esso fornisce la base sulla quale si costruiscono il senso di sicurezza personale e il desiderio di comunicazione. Utilizzando la voce materna, Tomatis cerca di instillare nel bambino il desiderio di stabilire o ristabilire con le persone a lui vicine un vero rapporto. Questo processo “psicologico” va di pari passo con il miglioramento simultaneo dei sistemi sensoriali. Il metodo Tomatis combina i due aspetti al fine di costruire la fondazione solida che rende possibile uno sviluppo ottimale.

La terapia d'ascolto

    Essa si effettua per mezzo di un’apparecchiatura elettronica battezzata da Tomatis orecchio elettronico. Questo apparecchio da lui costruito permette di manipolare i suoni attraverso un sistema di canali e di bascule e di filtrarli. Il suono è percepito sia dalle orecchie (conduzione aerea), sia attraverso un vibratore che è generalmente sistemato sulla parte alta del cranio (conduzione ossea). Il miglioramento dell’ascolto comporta un primo lavoro iniziale generalmente di 30 ore da effettuare per 2 ore o 2 ore e mezza al giorno e ravvicinando le sedute in funzione della disponibilità di tempo del paziente. Gli interventi successivi sono un po’ più corti (da 16 a 20 ore in generale) e sono separati da un periodo variabile da 6 a 10 settimane. Dopo il periodo iniziale dove il soggetto si contenta di ascoltare passivamente, delle sedute attive gli permettono di autoascoltarsi e di padroneggiare il circuito orecchio/voce grazie a degli esercizi vocali fatti utilizzando un microfono collegato all’orecchio elettronico. In questo modo il soggetto è coinvolto pienamente nella rieducazione del proprio ascolto.

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